Doping, Floyd Landis: “Non lo ha inventato Lance. Non dovrebbe essere trattato diversamente da Vaughters, hanno preso le stesse sostanze”

Floyd Landis difende Lance Armstrong. Nel corso della seconda puntata del documentario ESPN dedicato al suo ex capitano, a cui ha dato il colpo decisivo per farlo crollare dal suo trono confessando e raccontando l’uso di doping alla US Postal, colui che gli succedette nell’ormai deturpato palmarès del Tour de France non è d’accordo con il trattamento ormai riservato al texano. Il vincitore poi decaduto della Grande Boucle 2006 è tra i pochi con il quale l’ex Roi Americain non ha intenzione di scusarsi, usando nuovamente parole durissime per descriverlo (sostanzialmente definendolo con convinzione e acredine “pezzo di merda”), ma da parte sua ha più volte ribadito il suo pensiero, anche commentando le sue ultime dichiarazioni, augurandosi che il suo ex amico e leader possa trovare pace dopo anni tormentati.

Quanto andato in onda sulla nota emittente sportiva conferma questo pensiero, con un paragone peraltro che ricorda quello usato dallo stesso Armstrong nei confronti di altri ex corridori a loro volta in qualche modo coinvolti in storie di doping durante la loro carriera, alcuni dei quali anche loro compagni di squadra.  “Lance non ha inventato il doping, non è stata una sua idea – ha spiegato colui che con i soldi ottenuti dal processo ad Armstrong ha fondato una squadra nel frattempo fallita – Non dovrebbe essere trattato diversamente da Jonathan Vaughters, solo perché è stato un atleta migliore. Hanno preso le stesse sostanze, non capisco come uno possa essere considerato come il messia della lotta al doping e l’altro essere stato emarginato”.

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